......lunga gestazione, ma bellissimo risultato, confezionato fra strumenti etnici fra i più disparati e voci di purezza e timbrica assolutamente sopra la norma. Domina la ricerca di sonorità trasversali e catalizzatrici in cui perdersi, riassaporando quel patrimonio ancestrale che non ha una locazione definita, ma che contiene una potenza evocativa fortissima.Un viaggio particolare, nei territori sconfinati dell’immaginazione verso terre “differenti” in quanto estremamente personali ed intimamente uniche, poiché, dipinte ed immaginate dalla propria fantasia. …Flower of sorrow, uno dei brani più belli di tutto il lavoro, dove occidente ed oriente si mescolano continuamente .Uno splendido “pasticcio” di chitarra eseguito da Miguel Fernandez ci inchioda ad un brusco cambio di rotta. Un lavoro di sensibilità e contaminazione assolutamente ben fatto che non credo possa rimanere indifferente nel troppo spesso desolante panorama della attuale musica. (Roberto Scorta) Aprile 2005 |